BRADLEY MARTIN

 

MARTIN BRADLEY è nato nel 1931 a Richmond Surrey, Inghilterra e dopo aver vissuto, dipinto e viaggiato nei vari continenti, con soggiorni in Brasile, India, Tibet, Cina e Giappone, dagli anni ‘80 ha scelto di vivere tra Bruges, in Belgio, e brevi soggiorni in Giappone. Già in giovane età, in contrasto con la famiglia, BRADLEY desiderava diventare pittore; dopo 3 anni passati in navigazione come mozzo, ritorna a Londra e comincia a dipingere e nel contempo conosce, iniziato da studiosi della materia, la scrittura cinese e gli ideogrammi nell’arte dell’estremo oriente. Nel 1954 espone presso la famosa Gimpel & Fils Gallery di Londra: sarà la prima delle innumerevoli personali da lui realizzate fino ad oggi in Gallerie e Musei europei e internazionali. Da quel momento dividerà la sua passione per la pittura e il fascino per l’Arte e l’Estetica della calligrafia cinese, giapponese e tibetana studiandone sia l’iconografia tradizionale che i trattati filosofici sul buddismo. Nella lunga e feconda carriera i suoi quadri, che sono entrati in prestigiose Collezioni Museali, Pubbliche e private di tutto il mondo, sono stimati e riconosciuti per l’alta qualità di una scomposta “figurazione/astrazione” ambientata in improbabili spazi nei quali la critica ha individuato filiazioni da Hieronymus Bosch. La sua pittura: un impianto immaginario in cui sono intessuti simbologie provenienti da culture sia Orientali che Occidentali; un intreccio improbabile e insieme surreale tra l’arte colta europea e la calligrafia e le iconologie dell’arte cinese e giapponese il tutto sostenuto dai testi filosofici del Buddismo al quale si è convertito. Le esposizioni delle sue opere si susseguono per tutti questi anni come pure si intensificano i suoi studi e le traduzioni dei testi del Sutra, Fior di Loto. Tanto che nel 2014 verrà pubblicato il suo libro di annotazioni e traduzioni di uno dei testi fondamentali della filosofia del Buddismo.