PAOLINI GIULIO
Giulio Paolini nasce a Genova nel 1940. È uno dei più conosciuti protagonisti dell’arte Povera e delle esperienze concettuali minimaliste. Negli anni Sessanta le sue opere analizzano le strutture della visione e i metodi del fare artistico anche attraverso strumenti e tecniche della pittura (nei quadri compaiono barattoli di vernice, pennelli, telai: preparazione della tela, quadrettatura). Analizza il complesso rapporto tra l’opera e lo spazio espositivo ed il ruolo e il comportamento che lo spettatore assume nello spazio della visione. Dagli anni Settanta col tema del doppio e della ripetizione e con l’uso di calchi in gesso di immagini classiche, egli investe anche lo spazio fisico circostante; armonizzando piani concettuali, spaziali e figurativi, l’artista riflette sulla natura idiomatica dell’arte, interpretata come pratica di rispecchiamento. Negli anni Ottanta si assiste ad una riscoperta dell’uso del colore. Realizza scenografie per opere teatrali. Grande teorico e visionario, sempre in bilico tra contemporaneità e classicità, Paolini fa riaffiorare l’eco della storia dell’arte e classica con la chiarezza formale propria del concettuale; la sua è un’arte sull’arte in cui lo sguardo è sempre ciò che presiede alla rappresentazione, entro il dominio del linguaggio. L’osservatore è coinvolto in modo diretto: ora si trova sullo stesso piano dell’artista, ora è proiettato sulla sua opera. I ruoli di soggetto, interprete e spettatore s’intrecciano per indagare l’essenza dell’arte stessa. Paolini ha colto il senso chiuso del territorio dell’arte, disposto sempre nella vertigine del labirinto. Lo sguardo è ciò che presiede all’arte e alla sua rappresentazione e che si esercita nel dominio circoscritto del linguaggio. Paolini ha partecipato ai maggiori eventi artistici nelle Gallerie e nei Musei in Italia e all’Estero. È stato presente a varie Documenta di Kassel e Biennali di Venezia.